Discussione:
L'Occidente, la filosofia e l'errore presente.
(troppo vecchio per rispondere)
ppastor...@gmail.com
2023-09-30 13:37:16 UTC
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Cosa ne ha fatto l'Occidente della propria filosofia? È stato detto di un Occidente nichilista, intendendo con ciò di negazione dell'essere, ma è stato fatto coincidere questo Occidente a "l'Occidente" 'tout court', fraintendendo la tradizione... Nel frattempo la politica della maggior parte degli Stati occidentali è caduta in arbitrii assoluti, come se la natura si potesse costruire anzi creare. Parte della filosofia occidentale, fraintendendo l'appello alla libertà dopo la sconfitta del socialismo reale, ha cominciato a finire di eccessi innaturali; altra parte parimenti finisce per non aver accolto tutta la necessità ecologica. Restano pure i nostalgici di Marx, sempre più assurdi nel loro totalitarismo hegeliano rovesciato...
Una grande illusione domina la scena, l'idea che attualmente abbiamo i mezzi a disposizione per costruire una sorta di paradiso in terra. La comparsa della epidemia dell'Aids non è bastata come sveglia e molti sprovveduti hanno provato a suonare di nuovo il campanello dall'allarme utilizzando per spauracchio un evento non particolarmente grave, il Covid, ma nemmeno questo è bastato...
La filosofia dai tempi di Parmenide e Platone (non è da escludersi neppure Eraclito) ha cominciato a fornire degli strumenti per affrontare la realtà degli inganni e la religione dai tempi di Gesù addita nella realtà un principio ingannatore, non un'essenza in verità ma un'entità, mentre viva è oramai dalle nostre parti anche la dottrina buddhista che insegna il superamento delle illusioni mondane. Per via religiosa una parte parte della filosofia si è maggiormente provvista; solo che una società civile intromèssasi negli Stati rifiuta disinganni e disillusioni e pretende e spesso ottiene il comando nella politica.

Quel che resta nel mondo della filosofia non è inadeguato al compito di salvare la politica occidentale; ma c'è una grave avversione contro saggezza e sapienza ed anche contro gli autentici poteri filosofici.
In particolare sono proprio Parmenide e Platone e i relativi sviluppi successivi a essere messi in ingiusta discussione.
Si attribuisce alla scuola di Elea la negazione della radicalità del divenire, ma in verità il contrasto tra eleatismo ed eraclitismo non è mai consistito in un vero e proprio antagonismo e con Melisso si era già pervenuti a una conciliazione tra la dottrina di Parmenide e quella di Eraclito; Platone non aveva mai sostenuto una vera e propria opposizione tra anima e corpo ma aveva solo fatto notare che nel particolare cammino per la saggezza bisogna basarsi sull'anima che è in noi, non sul corpo; Plotino negava l'esistenza di una materia unica, non della materia... Schopenhauer, sostenitore delle idee platoniche, non pensava a un universo dominato dal dolore ma indicava oltre le falsità un mondo vero, comprensibile solo con l'accettazione del dolore, e a questa impostazione seguiva quella dell'idealismo assoluto di Benedetto Croce, nel quale idea e concetto sono separati e perciò il mondo non va ritenuto direttamente significante; l'affermazione del dramma che è necessariamente contenuto in ogni esistenza umana non è stato solo preda del negativismo (si pensi all'esistenzialismo positivo di Nicola Abbagnano)!

È passato poco tempo dalla morte di E. Severino, critico irriducibile del nichilismo occidentale; e sulla scorta dell'assolutizzazione del suo pensiero (nella quale lo stesso autore spesso cadeva) ma anche dei fraintendimenti di esso, si pensa che in Occidente la cultura sia fatta solo di macerie e che la filosofia non possa offrire nulla alla politica, mentre altri che sospettano o notano il contrario vogliono farlo credere a tutti i costi... Eppure non è vero! La filosofia c'è ancora e semmai sono le giuste dottrine religiose a offrire qualcosa di superiore e decisivo, non l'ottimismo insensibile che domina lo scenario sociale odierno e colonizza le strutture politiche di vasta parte occidentale.


Mauro Pastore
Massimo 456b
2023-09-30 18:35:52 UTC
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Post by ***@gmail.com
Cosa ne ha fatto l'Occidente della propria filosofia?
un asettico materialismo da laboratorio.
Forse arrivera' il momento in cui guarderemo il cielo in un altro modo.
Ma per far questo si deve passare dal giudizio sereno su cosa e'
stato veramente giusto e cosa sbagliato nel secolo
scorso.
--
ciao Massimo


________________________

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Leone Buggio
2023-10-29 12:09:57 UTC
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Post by Massimo 456b
Post by ***@gmail.com
Cosa ne ha fatto l'Occidente della propria filosofia?
un asettico materialismo da laboratorio.
Forse arrivera' il momento in cui guarderemo il cielo in un altro modo.
Ma per far questo si deve passare dal giudizio sereno su cosa e'
stato veramente giusto e cosa sbagliato nel secolo
scorso.
Tu sai come sia possibile il cambio di paradigma in fisica?

Luciano Buggio
www.lucianbuggio.com
Post by Massimo 456b
--
ciao Massimo
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Chérie
2023-11-14 17:00:15 UTC
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Post by Massimo 456b
"ppastor...
Cosa ne ha fatto l'Occidente della propria filosofia?
un asettico materialismo da laboratorio.
Forse arrivera' il momento in cui guarderemo il cielo in un altro modo.
Ma per far questo si deve passare dal giudizio sereno su cosa e'
stato veramente giusto e cosa sbagliato nel secolo
scorso.
Ciao,

io trovo invece che si stiano spalancando porte molto interessanti grazie alla fisica, quantistica e non,
e allo studio dell universo.
Non mi pare che la filosofia abbia detto ancora molto di ampio e sostanziale in merito ai nuovi orientamenti scientifici.
E nemmeno sulla società che si sta prospettando.

In altre parole, personalmente sono molto curiosa

Un saluto
Chérie
Post by Massimo 456b
ciao Massimo
ppastor...@gmail.com
2023-09-30 15:58:59 UTC
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Post by ***@gmail.com
Cosa ne ha fatto l'Occidente della propria filosofia? È stato detto di un Occidente nichilista, intendendo con ciò di negazione dell'essere, ma è stato fatto coincidere questo Occidente a "l'Occidente" 'tout court', fraintendendo la tradizione... Nel frattempo la politica della maggior parte degli Stati occidentali è caduta in arbitrii assoluti, come se la natura si potesse costruire anzi creare. Parte della filosofia occidentale, fraintendendo l'appello alla libertà dopo la sconfitta del socialismo reale, ha cominciato a finire di eccessi innaturali; altra parte parimenti finisce per non aver accolto tutta la necessità ecologica. Restano pure i nostalgici di Marx, sempre più assurdi nel loro totalitarismo hegeliano rovesciato...
Una grande illusione domina la scena, l'idea che attualmente abbiamo i mezzi a disposizione per costruire una sorta di paradiso in terra. La comparsa della epidemia dell'Aids non è bastata come sveglia e molti sprovveduti hanno provato a suonare di nuovo il campanello dall'allarme utilizzando per spauracchio un evento non particolarmente grave, il Covid, ma nemmeno questo è bastato...
La filosofia dai tempi di Parmenide e Platone (non è da escludersi neppure Eraclito) ha cominciato a fornire degli strumenti per affrontare la realtà degli inganni e la religione dai tempi di Gesù addita nella realtà un principio ingannatore, non un'essenza in verità ma un'entità, mentre viva è oramai dalle nostre parti anche la dottrina buddhista che insegna il superamento delle illusioni mondane. Per via religiosa una parte parte della filosofia si è maggiormente provvista; solo che una società civile intromèssasi negli Stati rifiuta disinganni e disillusioni e pretende e spesso ottiene il comando nella politica.
Quel che resta nel mondo della filosofia non è inadeguato al compito di salvare la politica occidentale; ma c'è una grave avversione contro saggezza e sapienza ed anche contro gli autentici poteri filosofici.
In particolare sono proprio Parmenide e Platone e i relativi sviluppi successivi a essere messi in ingiusta discussione.
Si attribuisce alla scuola di Elea la negazione della radicalità del divenire, ma in verità il contrasto tra eleatismo ed eraclitismo non è mai consistito in un vero e proprio antagonismo e con Melisso si era già pervenuti a una conciliazione tra la dottrina di Parmenide e quella di Eraclito; Platone non aveva mai sostenuto una vera e propria opposizione tra anima e corpo ma aveva solo fatto notare che nel particolare cammino per la saggezza bisogna basarsi sull'anima che è in noi, non sul corpo; Plotino negava l'esistenza di una materia unica, non della materia... Schopenhauer, sostenitore delle idee platoniche, non pensava a un universo dominato dal dolore ma indicava oltre le falsità un mondo vero, comprensibile solo con l'accettazione del dolore, e a questa impostazione seguiva quella dell'idealismo assoluto di Benedetto Croce, nel quale idea e concetto sono separati e perciò il mondo non va ritenuto direttamente significante; l'affermazione del dramma che è necessariamente contenuto in ogni esistenza umana non è stato solo preda del negativismo (si pensi all'esistenzialismo positivo di Nicola Abbagnano)!
È passato poco tempo dalla morte di E. Severino, critico irriducibile del nichilismo occidentale; e sulla scorta dell'assolutizzazione del suo pensiero (nella quale lo stesso autore spesso cadeva) ma anche dei fraintendimenti di esso, si pensa che in Occidente la cultura sia fatta solo di macerie e che la filosofia non possa offrire nulla alla politica, mentre altri che sospettano o notano il contrario vogliono farlo credere a tutti i costi... Eppure non è vero! La filosofia c'è ancora e semmai sono le giuste dottrine religiose a offrire qualcosa di superiore e decisivo, non l'ottimismo insensibile che domina lo scenario sociale odierno e colonizza le strutture politiche di vasta parte occidentale.
Mauro Pastore
Il testo necessita di aggiustamenti ma il pensiero resta lo stesso. Cancellerò questo thread e invierò il nuovo testo in un altro.

Mauro Pastore
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