La luna nel pozzo
2009-11-02 14:32:13 UTC
Durante la trasmissione Castelli in Aria di Edoardo Lombardi Vallauri
ho ascoltato una bellissima puntata
dal titolo razionalita' e irrazionalita' e da li' ho cominciato ad
avere un sacco di dubbi.
E.L.Vallauri parla dell'equivoco in cui troppo spesso si cade fra
prudenza e razionalita', nel giudicare cioe' un comportamento prudente
come razionale mentre un comportamento apparentemente guidato dai
sentimenti come irrazionale.
Ne riporto un estratto:
"La ragione, il raziocinio, il funzionamento ipotetico deduttivo, la
razionalita', sono proprieta' neutrali.
Il ragionamento non dipende dalle preferenze di nessuno e' qualcosa su
cui tutti siamo d'accordo; dedurre razionalmente qualcosa da una
premessa e' un processo che dovrebbe trovare tutti d'accordo.
E' un processo impersonale, neutrale, non dipende da chi e' a farlo,
tanto e' vero che ci fondiamo il procedere scientifico.
Nei singoli comportamenti non c'e' intrinsecamente una razionalita' o
irrazionalita', la razionalita' dipende da quanto quel comportamento
e' coerente con le premesse.
Ma le premesse possono essere razionali?
No, le vere premesse sono delle pulsioni primarie. Scendendo molto in
basso scopriremo che cio' che ci guida non e' razionale. La ragione
serve a dedurre a condur fuori,condurre via da una premessa.
La ragione non fonda, ma deduce, collega un comportamento ad un
esigenza che c'e' a monte ma la ragione non fonda l'esistenza. Il
fondamento delle nostre esigenze non e' mai razionale.
Quindi tornando a prima, l'opinione comune secondo cui il trattenersi
e' razionale e il lasciarsi andare e' irrazionali non e' corretta.
Lasciarsi andare e' razionale se e' la necessaria conseguenza del mio
desiderio (irrazionale) di lasciarmi andare, di provare gioia, come il
mio atteggiamento prudente deriva dalla paura (irrazionale)di soffrire
di rischiare.
Quindi l'atteggiamento prudente o il coraggioso sono entrambi
conseguenze razionali di premesse altrettanto irrazionali.
Ognuno di queste due possibilita' ha dei costi e dei benefici e'
razionale valutare costi e benefici ma non e' che far prevalere nella
propria valutazione l'importanza dei costi sia piu' razionale che far
prevalere l'importanza dei benefici.
Saranno deduzioni razionali da una prevalenza di peso dei costi e
benefici che invece e ' stabilita in maniera irrazionale dentro di
noi."
Bene.Anzi male.Perche' penso che questo sia un equivoco non da poco.
Si sono sprecati fiumi di parole e di carta, con la scusa di questa
dicotomia che e' poi solo apparente
fra le scelte del cuore, dei sentimenti e quelle della ragione.
Penso a robe come Va dove ti porta il cuore, o Ragione e Sentimento di
Jane Austen.
Tutto cio' a me confonde parecchio le idee e mi sento pure presa un
po' in giro.
Penso anche ad un film come Casablanca, di cui ho letto un commento di
Giovanni Piazza nel libro di recente pubblicazione "Filmosofia - I
grandi interrogativi della filosofia in 8 film hollywoodiani".
Si prende ad esempio quel film per parlare della Ragion pratica di
Kant.
Ma pure qui credo si cada in quella contraddizione, nel definire
razionale un comportamento prudente o che segue una certa morale una
certa idea di giustizia, mentre in realta' e' dettato da ben altre
premesse.
Se penso in questi termini mi trovo a dovere capovolgere tantissime
teorie sull'amore sui sentimenti e mi rendo conto di essere davvero un
bamboccio a servizio delle ideologie.
E mi sembra anche che cambi tantissimo a seconda di dove si sposta la
definizione di razionale, se sui comportamenti o sulle loro premesse.
Perche' quando devo capire un comportamento problematico spostero'
l'attenzione e l'indagine a seconda di cio' che trovo razionale o
irrazionale e quindi o sul comportamento o sulle cause di quel
comportamento e non e' roba da poco.
Cosa ne pensate di tutto cio? (sperando di essermi spiegata)
Ho scritto queste cose per sapere se il mio pensiero e' corretto o se
mi sfugge qualcosa.
Sapreste dirmi come posso affrontare e approfondire questo argomento,
c'e' qualche filosofo in particolare che dovrei leggere?
ho ascoltato una bellissima puntata
dal titolo razionalita' e irrazionalita' e da li' ho cominciato ad
avere un sacco di dubbi.
E.L.Vallauri parla dell'equivoco in cui troppo spesso si cade fra
prudenza e razionalita', nel giudicare cioe' un comportamento prudente
come razionale mentre un comportamento apparentemente guidato dai
sentimenti come irrazionale.
Ne riporto un estratto:
"La ragione, il raziocinio, il funzionamento ipotetico deduttivo, la
razionalita', sono proprieta' neutrali.
Il ragionamento non dipende dalle preferenze di nessuno e' qualcosa su
cui tutti siamo d'accordo; dedurre razionalmente qualcosa da una
premessa e' un processo che dovrebbe trovare tutti d'accordo.
E' un processo impersonale, neutrale, non dipende da chi e' a farlo,
tanto e' vero che ci fondiamo il procedere scientifico.
Nei singoli comportamenti non c'e' intrinsecamente una razionalita' o
irrazionalita', la razionalita' dipende da quanto quel comportamento
e' coerente con le premesse.
Ma le premesse possono essere razionali?
No, le vere premesse sono delle pulsioni primarie. Scendendo molto in
basso scopriremo che cio' che ci guida non e' razionale. La ragione
serve a dedurre a condur fuori,condurre via da una premessa.
La ragione non fonda, ma deduce, collega un comportamento ad un
esigenza che c'e' a monte ma la ragione non fonda l'esistenza. Il
fondamento delle nostre esigenze non e' mai razionale.
Quindi tornando a prima, l'opinione comune secondo cui il trattenersi
e' razionale e il lasciarsi andare e' irrazionali non e' corretta.
Lasciarsi andare e' razionale se e' la necessaria conseguenza del mio
desiderio (irrazionale) di lasciarmi andare, di provare gioia, come il
mio atteggiamento prudente deriva dalla paura (irrazionale)di soffrire
di rischiare.
Quindi l'atteggiamento prudente o il coraggioso sono entrambi
conseguenze razionali di premesse altrettanto irrazionali.
Ognuno di queste due possibilita' ha dei costi e dei benefici e'
razionale valutare costi e benefici ma non e' che far prevalere nella
propria valutazione l'importanza dei costi sia piu' razionale che far
prevalere l'importanza dei benefici.
Saranno deduzioni razionali da una prevalenza di peso dei costi e
benefici che invece e ' stabilita in maniera irrazionale dentro di
noi."
Bene.Anzi male.Perche' penso che questo sia un equivoco non da poco.
Si sono sprecati fiumi di parole e di carta, con la scusa di questa
dicotomia che e' poi solo apparente
fra le scelte del cuore, dei sentimenti e quelle della ragione.
Penso a robe come Va dove ti porta il cuore, o Ragione e Sentimento di
Jane Austen.
Tutto cio' a me confonde parecchio le idee e mi sento pure presa un
po' in giro.
Penso anche ad un film come Casablanca, di cui ho letto un commento di
Giovanni Piazza nel libro di recente pubblicazione "Filmosofia - I
grandi interrogativi della filosofia in 8 film hollywoodiani".
Si prende ad esempio quel film per parlare della Ragion pratica di
Kant.
Ma pure qui credo si cada in quella contraddizione, nel definire
razionale un comportamento prudente o che segue una certa morale una
certa idea di giustizia, mentre in realta' e' dettato da ben altre
premesse.
Se penso in questi termini mi trovo a dovere capovolgere tantissime
teorie sull'amore sui sentimenti e mi rendo conto di essere davvero un
bamboccio a servizio delle ideologie.
E mi sembra anche che cambi tantissimo a seconda di dove si sposta la
definizione di razionale, se sui comportamenti o sulle loro premesse.
Perche' quando devo capire un comportamento problematico spostero'
l'attenzione e l'indagine a seconda di cio' che trovo razionale o
irrazionale e quindi o sul comportamento o sulle cause di quel
comportamento e non e' roba da poco.
Cosa ne pensate di tutto cio? (sperando di essermi spiegata)
Ho scritto queste cose per sapere se il mio pensiero e' corretto o se
mi sfugge qualcosa.
Sapreste dirmi come posso affrontare e approfondire questo argomento,
c'e' qualche filosofo in particolare che dovrei leggere?