Discussione:
proprieta' transitiva
(troppo vecchio per rispondere)
Massimo 456b
2023-11-27 08:12:57 UTC
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storie su cui le femministe sorvolano, nessuno ne parla, anzi si
rimuove come un terribile tabu'.
Lo riporto non per la legge del contrappasso ma perche'
filosoficamente non siamo riusciti a sradicare dalla societa' il
male piu' subdolo ossia la retorica della narrazione.


La sindrome di Medea ovvero la madre che uccide il figlio.



In un primo momento aveva inscenato un rapimento, dichiarando come
tre uomini incappucciati e armati di pistola le avessero portato
via la figlia, mentre era in auto con lei, all?uscita dall?asilo.
Ma poi Martina Patti, 23 anni, è crollata e ha confessato
l?uccisione della piccola Elena Del Pozzo, 5 anni a luglio. Lei
stessa ha segnalato alle forze dell?ordine il terreno incolto, a
soli 200 metri dalla sua abitazione, dove ha sepolto la
bambina.

È successo a Mascalucia, un comune di circa 31mila abitanti in
provincia di Catania. Elena sarebbe stata uccisa con un coltello
da cucina, in casa dalla madre che avrebbe poi occultato il corpo
nella campagna abbandonata tra via Turati e via Teocrito,
cercando di ricoprirlo con terra e cenere lavica. L?arma del
delitto non è stata ritrovata. La Procura di Catania ha
predisposto nei suoi confronti il fermo per omicidio
pluriaggravato e occultamento di cadavere. Adesso si trova in
isolamento in una cella del carcere femminile di Catania,
controllata a vista 24 ore al giorno, in attesa di essere
interrogata dal giudice.

GLI INFANTICIDI SONO MOLTO PIU? COMUNI DI QUANTO SI PENSI

Un gesto agghiacciante, privo di senso, il più crudele dei delitti
possibili. Quello di una madre nei confronti dei propri figli,
con i quali ha per eccellenza un legame naturale, indissolubile e
viscerale. Purtroppo questo gesto non è una novità negli eventi
criminosi in Italia, ma appartiene alla quotidianità. Secondo
l?ultimo rapporto Eures ? Ricerche economiche e
sociali sugli infanticidi in Italia, in venti anni sono stati
uccisi 480 bambini per mano di uno dei genitori. Nella maggior
parte dei casi, la vittima è un bambino di età compresa tra 0 e 5
anni, mentre il carnefice è la madre. Tra i moventi, c?è anche la
gelosia e il possesso, in quanto il bambino viene visto non come
soggetto a sé, ma come l?estensione dell?ex coniuge, come
probabilmente è successo nell?omicidio di Catania.


IL MOVENTE

Secondo gli inquirenti, sarebbe la gelosia il motivo dell?atroce
gesto: Martina Patti infatti, sarebbe stata gelosa del suo ex
partner e padre della figlia, Alessandro Del Pozzo, che
ultimamente aveva intrapreso una relazione con un?altra donna.
Patti aveva paura che la propria figlia si affezionasse sempre di
più a quest?ultima. Ma dietro questa gelosia, si nascondeva un
triste e difficile quadro familiare, ?costituito da due ex
conviventi che, a prescindere dalla gestione apparentemente
serena della figlia Elena, avevano allacciato nuovi legami e non
apparivano rispettosi l?un l?altro?, scrive la Procura di
Catania. Secondo quest?ultima, la rabbia ed il rancore avrebbero
portato Martina Patti a premeditare il delitto con un piano
dettagliato.

IL COMPLESSO DI MEDEA

L?ossessione patologica della mamma verso la nuova compagna
dell?ex partner è la caratteristica predominante nei fatti di
cronaca che riguardano i figlicidi. Spesso, quando si parla
dell?uccisione dei figli, si fa riferimento al ?complesso di
Medea?, personaggio della mitologia greca. Medea, il cui nome in
greco significa ?scaltrezza?, ?astuzia?, era una maga, nipote di
Circe, e si innamorò perdutamente di Giasone, colui che doveva
recuperare il Vello d?Oro, ovvero la pelle di un ariete magico
che poteva curare ogni ferita. La donna fece di tutto per
aiutarlo nell?impresa, arrivando anche ad uccidere il proprio
fratello. Andando avanti nel tempo, Giasone si innamora però di
un?altra donna, Creusa: Medea, mostrando così il suo lato più
subdolo e vendicativo, prima uccide Creusa e poi uccide i propri
figli avuti con Giasone.


Il termine ?sindrome di Medea? è stato usato per la prima volta
alla fine degli anni 80 dallo psicologo Jacobs per indicare il
comportamento di una madre che uccide i propri figli, con il fine
di distruggere il rapporto tra il padre e i figli, dopo le
separazioni conflittuali. L?uccisione del bambino non mira a
sopprimere il figlio stesso ma il legame che ha con il padre, per
vendetta.

ALTRI EPISODI MEDIATICI

La vicenda di Catania racconta una madre presunta assassina,
una madre Medea, come vengono denominate coloro che uccidono la
propria prole, come nella tragedia greca. Il caso di Elena sarà
aggiunto nel tragico elenco degli infanticidi. Il caso più
eclatante è senza dubbio l?uccisione di Samuele Lorenzi, 3 anni,
massacrato e ucciso dalla madre Annamaria Franzoni, nel gennaio
2002 a Cogne. Un vero e proprio caso mediatico, rimasto impresso
nell?immaginario collettivo. Nel 2014, Lorys Stival, bambino di 8
anni, venne ucciso dalla madre Veronica Panarello in provincia di
Ragusa. La donna denunciò la scomparsa del figlio e quando fu
rinvenuto in un canale, accusò il suocero. Il coinvolgimento di
persone armate entrate in casa fu inscenato anche in un altro
caso di cronaca: Mery Patrizio racconta di essere stata aggredita
da alcuni ladri mentre faceva il bagno al piccolo Mirko, di
appena 5 mesi, a Casatenovo (Lecco). Il bambino sarebbe così
scivolato nell?acqua e annegato. Due settimane più tardi, la
madre confessò l?omicidio.


Questi poveri bambini si ritrovano loro malgrado al centro di casi
di cronaca terribili, uccisi prima ancora che scoprano l?essenza
della vita e di loro stessi. Prima ancora che sappiano cosa sia
la violenza.
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Chérie
2023-12-14 08:15:56 UTC
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Post by Massimo 456b
storie su cui le femministe sorvolano, nessuno ne parla, anzi si
rimuove come un terribile tabu'.
È un tabù, come lo è ahimé il tema degli abusi sui minori, i cui numeri sono spaventosi.
Sono in contatto con un associazione che se ne occupa e una mia amica è
un attivista per questa causa. I numeri sono impressionanti (vi rientrano naturalmente anche questi
casi).
Abbiamo purtroppo constato come il mondo femminista svicoli il tema: perché è scomodo, perché, scarseggiando al giorno d oggi menti belle e capaci di argomentazione cristallina, non sarebbero in grado di districare alcuni nodi intrecciati al pensiero femminista.
Nodi in realtà facilmente solvibili.
Post by Massimo 456b
Lo riporto non per la legge del contrappasso ma perche'
filosoficamente non siamo riusciti a sradicare dalla societa' il
male piu' subdolo ossia la retorica della narrazione.
In che senso? Ti riferisci al fatto che la maggior parte delle persone esorcizza il problema
leggendo l accadimento e se dimentica, fingendo che il problema sia risolto?
Post by Massimo 456b
La sindrome di Medea ovvero la madre che uccide il figlio.
Esiste un altro caso che trovo esemplare, nella sua atrocità: quello in cui un essere umanoide di sesso femminile drogò la figlia, si fece una serie di selfie nel suo vestito nuovo da cozza demente, e poi se ne partí per una settimana con un altro umanoide conosciuto su tinder, lasciando morire
di fame la figlia. La piccola, in seguito alla sedazione, non poté nemmeno attirare l attenzione dei vicini con i pianti di fame che avrebbe lanciato in condizioni normali.
Trovai l apologia, che alcune pseudofemministe fecero di questo mostro, persino più orrenda del consapevole e premeditato delitto.
Pseudofemministe che mi auguro restino talmente fedeli, fino in fondo, agli aborti di pensieri che il loro abbriccicato cervello produce, cosí che non si riproducano mai.
Mi permetto questo sfogo, ho fatto la scelta deliberata di prendere una posizione morale personale su questo tema; me ne prendo tutto il diritto, sulla base mia esistenza, visto che sono stata per anni madre single e lavoratrice in una grande e difficile città, come molte altre donne che vivono e lottano per i propri figli e mai si sognerebbero di difendere una madre che invece decide di liberarsene, privandoli della vita.
Quando leggo di questi casi vorrei veramente che esistessero un inferno e un dio giusto: poi però mi ricordo che hanno cercato di inculcarmi che dio è perdono e penso „anche no, grazie. atteniamoci alla limitata sfera della dimensione umana e ai pochi strumenti che abbiamo.“
Secondo me non dovrebbe nemmeno essere tirata in ballo Medea, o l arte e la letteratura in generale, vista la bassezza di questi esseri: la letteratura è per chi è in grado di vivere umanamente il dolore del mondo e non trova altra strada se non quella dell arte, per sublimare l orrore.

Ciao,

C.

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