Il 08/03/23 08:38, Massimo 456b ha scritto:
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Post by Massimo 456bQuanto dici e' in parte vero, anche se la metafisica contemporanea
esiste ed esiste sempre quando si affianca a parole come realta'
e verita'.
Non metto in dubbio l'esistenza della, o delle metafisiche contemporanee.
Post by Massimo 456bTu come ottimo professore universitario di Fisica mi dici che
Feynman non intendeva riferirsi a una realta' metafisica della
natura dell'energia, e ne prendo atto.
Sicuramente l'approccio di uno scienziato nel fornire una
definizione si basa su elementi molto diversi da quelli di un
filosofo che applica il metodo logico deduttivo.
Ci sono pero' in fisica come in filosofia delle questioni limite e
a me quelle interessano.
Concordo al 100%
Post by Massimo 456bLa natura degli inosservabili (le cause lo sono in un approccio
fenomenista), le singolarita' (da una energia infinita iniziale
si genera una energia finita), il ruolo dell'osservatore in
meccanica quantistica (l'osservazione e la realta'), e forse il
meno noto principio di Mach (l'inerzia come effetto di relazione
con il resto del Cosmo).
La mia idea, forse mi sbaglio, e' che quando dall'accademia si
passa alla divulgazione, ci siano delle grosse difficolta' a
costruire un discorso.
Beh, su certe questioni le difficoltà esistono anche a livello tecnico.
Interpretazioni alternative esistono e coesistono.
Post by Massimo 456bQuesto perche' nella fase divulgativa riemergono elementi della
metafisica che secondo me sono imprescindibili: la spiegazione e
il convincimento.
Penso per esempio agli show teatrali di un noto fisico teorico che
ci dice che una sedia non e'' una sedia o che e' qui come la'.
Lui sa perche' ma nel comunicarlo presta il fianco alla parodia
che poi e' arrivata puntualmente.
Ed e' arrivata perche' ci voleva spiegare la realta' ultima delle cose.
Lo puo' fare ma forse un fisico non ha gli attrezzi filosofici
giusti per farlo.
Non li avra' mai se la metafisica viene vissuta come qualcosa di
mostruoso, o vecchio e ammuffito, o di fantasioso come tanti
filosofi post kantiani hanno decretato.
Quindi ti chiedo: e' ancora un *valore* la realta' e la verità'
nella fisica attuale?
Se mi chiedi se ha valore porsi domande metafisiche, la mia risposta è
sì, sia come fisico, sia come persona non schizofrenica. Ovviamente come
fisico so che le opinioni a riguardo di molti miei colleghi sono diverse
in vario modo.
Nella fisica attuale però, si tende a non tener conto di domande a cui
non ci sia modo di dare una risposta all' interno della fisica. Per
certi aspetti è una posizione pragmatica che "funziona".
Sulla "realtà" e "verità", il discorso è, a mio parere abbastanza
complesso". Quello che un fisico dirà sempre è che *presuppone*
l'esistenza di qualcosa chiamata "realtà" (se avesse studiato Kant
perlerebbe di un noumeno) ma non ha forti motivi per approfondire. E
comunque non ne ha gli strumenti (reali e concettuali). Io noterei che
sono tranquillamente possibili posizioni diverse che non
modificherebbero di nulla la prassi in qualsiasi centro di fisica. Anche
una soluzione solipsistica estrema cambierebbe poco e niente nel lavoro
di un fisico. Anche su "verità" un fisico in media non ha molte esigenze
in più di usare una definizione di "aderenza di unaffermazione ai fatti"
(rimandando quindi in parte anche alla definizione di "realtà". Anche
qui, non ci sono esigenze particolari.
Tutto questo, almeno fino al momento in cui non si presentasse
un'esigenza cogente di andare "oltre". Esigena che talvolta fa capolino.
Penso ad esempio all' interpretazione "many worlds" della meccanica
quantistica. Tuttavia è solo un far capolino. Di quello su cui non si sa
fare esperimenti occorre tacere ( :-) ).
In un certo senso la fisica attuale, anche se non sempre
consapevolmente, ha preso la posizione di costruire una rete di
collegamentoi concettuali, agganciati ad esperimenti, per costruire un
"modello" di quello a cui possiamo accedere con i sensi ed ampliamenti
artificali dei sensi. Se gli enti di cui facciamo un modello sono dei
veri "enti" o un altro modello (Matrix. realtà virtuale) è qualcosa su
cui la fisica non prende posizione. Pragmaticamente potrei dire che già
così è un "vastoprogramma" in grado di dare lavoro a generazioni di
fisici da qui a molti anni nel futuro.
E la Metafisica? Secondo me potrebbe/dovrebbe far tesoro di quanto
arriva dalla fisica ma continuare a porsi le proprie domande perseguendo
le proprie risposte, senza necessariamente aver la pretesa di giocare un
ruolo fondamentale nella fisica *in questo momento storico*.
Giorgio