NeoNeo
2005-07-05 08:44:13 UTC
In un sabato non troppo remoto, un giudice condanno' a morte un imputato,
comunicandogli che sarebbe stato appeso per il collo finché morte
non sopravvenisse, in una delle mattine di lì a sette giorni.
In segno di clemenza (o il contrario!), per far dormire l'imputato
tranquillo anche nella sua ultima notte, il giudice stabili' che
l'esecuzione dovesse arrivare "a sorpresa": l'imputato non doveva
poter prevedere che la mattina successiva sarebbe stata quella
dell'esecuzione.
Condotto in cella ad attendere l'esecuzione, l'imputato ragiono' allora
cosi': sabato mattina non potrò essere impiccato, perché se il boia non
sarà venuto a prendermi il venerdì mattina, allora sarei certo a quel
punto di dover morire la mattina seguente. Escluso quindi che l'esecuzione
possa avvenire il sabato, è chiaro che essa non potrà avvenire neanche la
mattina di venerdì, perché se il giovedì sera fossi ancora vivo,
allora sarei sicuro che l'esecuzione sarebbe fissata per la mattina
successiva, e non sarebbe quindi per me una sorpresa.
Escluso quindi anche il venerdì, posso procedere per induzione a ritroso,
fino a escludere TUTTE le mattine da qui a sette giorni, sicché la pena,
con quella clausola, non potrà venire applicata mai.
Ragionamento ineccepibile, tuttavia il boia arrivo' all'alba del mercoledì;
il reo ovviamente non se lo aspettava e l'esecuzione ebbe luogo senza
infrangere la clusola della sorpresa, alla faccia della logica
dell'imputato. O, paradossalmente, proprio grazie alla logica che
imponeva il contrario. Contraddizione? Non so, fate voi.
Di fronte a paradossi come questo, Russell ebbe a dire:
"La logica era una volta l'arte di trarre conclusioni: oggi è diventata
invece l'arte di astenersi dalle conclusioni, perché si è visto che le
conseguenze che noi ci sentiamo naturalmente portati a trarre non sono
quasi mai valide. Concludo perciò che la logica dovrebbe essere insegnata
nelle scuole allo scopo di insegnare agli uomini a non ragionare: giacché
se ragionano, ragionano quasi certamente in maniera sbagliata"
[Citazione da "Saggi scettici", ripresa da Corrado Mangione, "La logica
nel ventesimo secolo (II)", in Ludovico Geymonat, "Storia del Pensiero
Filosofico e Scientifico", Vol. IX, Ed. Garzanti, Milano, nuova edizione
1976, p. 139]
Ancor piu' incisivo Feyerabend:
"La metodologia è oggi così affollata di ragionamenti raffinati e vuoti
che è estremamente difficile percepire i semplici errori alla base. [...]
In questa situazione l'unica risposta è la superficialità: quando la
complessità perde contenuto, l'unico modo di conservare il contatto con
la realtà è di essere rozzi e superficiali, e tale io intendo essere"
Della serie: "Prendi un cervello, ficcalo in una vasca, e vedrai se i
cervelli in vasca non possono esistere!"
Ciao
Neo
comunicandogli che sarebbe stato appeso per il collo finché morte
non sopravvenisse, in una delle mattine di lì a sette giorni.
In segno di clemenza (o il contrario!), per far dormire l'imputato
tranquillo anche nella sua ultima notte, il giudice stabili' che
l'esecuzione dovesse arrivare "a sorpresa": l'imputato non doveva
poter prevedere che la mattina successiva sarebbe stata quella
dell'esecuzione.
Condotto in cella ad attendere l'esecuzione, l'imputato ragiono' allora
cosi': sabato mattina non potrò essere impiccato, perché se il boia non
sarà venuto a prendermi il venerdì mattina, allora sarei certo a quel
punto di dover morire la mattina seguente. Escluso quindi che l'esecuzione
possa avvenire il sabato, è chiaro che essa non potrà avvenire neanche la
mattina di venerdì, perché se il giovedì sera fossi ancora vivo,
allora sarei sicuro che l'esecuzione sarebbe fissata per la mattina
successiva, e non sarebbe quindi per me una sorpresa.
Escluso quindi anche il venerdì, posso procedere per induzione a ritroso,
fino a escludere TUTTE le mattine da qui a sette giorni, sicché la pena,
con quella clausola, non potrà venire applicata mai.
Ragionamento ineccepibile, tuttavia il boia arrivo' all'alba del mercoledì;
il reo ovviamente non se lo aspettava e l'esecuzione ebbe luogo senza
infrangere la clusola della sorpresa, alla faccia della logica
dell'imputato. O, paradossalmente, proprio grazie alla logica che
imponeva il contrario. Contraddizione? Non so, fate voi.
Di fronte a paradossi come questo, Russell ebbe a dire:
"La logica era una volta l'arte di trarre conclusioni: oggi è diventata
invece l'arte di astenersi dalle conclusioni, perché si è visto che le
conseguenze che noi ci sentiamo naturalmente portati a trarre non sono
quasi mai valide. Concludo perciò che la logica dovrebbe essere insegnata
nelle scuole allo scopo di insegnare agli uomini a non ragionare: giacché
se ragionano, ragionano quasi certamente in maniera sbagliata"
[Citazione da "Saggi scettici", ripresa da Corrado Mangione, "La logica
nel ventesimo secolo (II)", in Ludovico Geymonat, "Storia del Pensiero
Filosofico e Scientifico", Vol. IX, Ed. Garzanti, Milano, nuova edizione
1976, p. 139]
Ancor piu' incisivo Feyerabend:
"La metodologia è oggi così affollata di ragionamenti raffinati e vuoti
che è estremamente difficile percepire i semplici errori alla base. [...]
In questa situazione l'unica risposta è la superficialità: quando la
complessità perde contenuto, l'unico modo di conservare il contatto con
la realtà è di essere rozzi e superficiali, e tale io intendo essere"
Della serie: "Prendi un cervello, ficcalo in una vasca, e vedrai se i
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Neo
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