Marco V.
2023-02-18 15:04:43 UTC
Consideriamo questa situazione. Tizio aggredisce Caio con la palese intenzione di ucciderlo. Caio reagisce per difendersi e uccide Tizio. Poiché si tratta di legittima difesa, non c'è il *reato* di omicidio. Ma nessuno negherebbe per questo che Caio ha ucciso Tizio.
Anche i rapporti tra gli stati contemplano il diritto alla legittima difesa. L'esempio originario è quello di uno stato che venga aggredito militarmente da un altro stato e al quale per questo è riconosciuto il diritto di difendersi con la forza.
E' stato a lungo discusso se il diritto alla legittima difesa nel mondo delle relazioni internazionali si estenda fino ad ammettere la legittima difesa *preventiva*, che riguarderebbe quei casi in cui uno stato usa la forza contro un altro stato per respingere un'aggressione oggettivamente imminente ma non ancora sferrata. Supponiamo pure che un tale (controverso) diritto esista. E ora domandiamoci: l'esistenza del diritto alla legittima difesa preventiva è forse capace di far funzionare il termine 'invasione' non più nel modo in cui funziona il termine 'uccisione' ma in quello in cui funziona il termine 'omicidio'?
La risposta é: NO. Infatti il concetto di "invasione" non contiene nessuna nota di significato che ne farebbe dipendere l'applicazione dalla valutazione della legittimità delle condotte degli stati coinvolti, ma descrive la pura situazione in cui uno stato fa ingresso con le proprie forze armate nel *territorio* di un altro stato senza il consenso di quest'ultimo.
Le condizioni perché ci sia un'invasione sono cioè solamente queste tre:
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1. le forze armate dello stato A entrano nel territorio T;
2. il territorio T appartiene allo stato B;
3. l'ingresso in T non avviene con il consenso di B.
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Perché l'ingresso delle forze armate dello stato A nel territorio dello stato B senza il suo consenso NON sia invasione, in modo analogo a come una uccisione può non valere come omicidio, sarebbe necessario che B abbia commesso qualcosa che gli ha fatto perdere il diritto alla sovranità territoriale, in modo tale che il requisito 2. non sia verificato. Questo significherebbe che la sovranità territoriale di uno stato è sottoposta a una condizione di ordine superiore. Ma allora il rapporto degli stati con il loro territorio sarebbe divenuto come quello dei privati con il loro domicilio (c.d. "analogia domestica") e ad avere il diritto di entrare nel territorio di uno stato non sarebbe un altro stato ma un'autorità superiore agli stati, così come lo stato è superiore ai privati.
Perciò finché gli stati sono i signori del loro territorio, se uno stato entra con le proprie forze armate nel territorio di un altro stato senza il suo consenso, tale azione è un'invasione, in modo completamente indipendente dalla esistenza o meno di un presunto diritto alla legittima difesa preventiva. Semplicemente, in presenza di una fonte di legittimità (ad es. un mandato di un organismo internazionale quale l'ONU etc.) si dovrà parlare di "invasione legale"; oppure di "invasione illegale" in sua assenza, come secondo molti giuristi l'*invasione* dell'Iraq nel 2003. La controversia non riguarda la sussistenza dell'invasione, ma solo la sua qualificazione (legale/illegale), finché il requisito della incondizionata sovranità territoriale, specificato da 2., rimane integro.
Un saluto,
Marco
Anche i rapporti tra gli stati contemplano il diritto alla legittima difesa. L'esempio originario è quello di uno stato che venga aggredito militarmente da un altro stato e al quale per questo è riconosciuto il diritto di difendersi con la forza.
E' stato a lungo discusso se il diritto alla legittima difesa nel mondo delle relazioni internazionali si estenda fino ad ammettere la legittima difesa *preventiva*, che riguarderebbe quei casi in cui uno stato usa la forza contro un altro stato per respingere un'aggressione oggettivamente imminente ma non ancora sferrata. Supponiamo pure che un tale (controverso) diritto esista. E ora domandiamoci: l'esistenza del diritto alla legittima difesa preventiva è forse capace di far funzionare il termine 'invasione' non più nel modo in cui funziona il termine 'uccisione' ma in quello in cui funziona il termine 'omicidio'?
La risposta é: NO. Infatti il concetto di "invasione" non contiene nessuna nota di significato che ne farebbe dipendere l'applicazione dalla valutazione della legittimità delle condotte degli stati coinvolti, ma descrive la pura situazione in cui uno stato fa ingresso con le proprie forze armate nel *territorio* di un altro stato senza il consenso di quest'ultimo.
Le condizioni perché ci sia un'invasione sono cioè solamente queste tre:
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1. le forze armate dello stato A entrano nel territorio T;
2. il territorio T appartiene allo stato B;
3. l'ingresso in T non avviene con il consenso di B.
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Perché l'ingresso delle forze armate dello stato A nel territorio dello stato B senza il suo consenso NON sia invasione, in modo analogo a come una uccisione può non valere come omicidio, sarebbe necessario che B abbia commesso qualcosa che gli ha fatto perdere il diritto alla sovranità territoriale, in modo tale che il requisito 2. non sia verificato. Questo significherebbe che la sovranità territoriale di uno stato è sottoposta a una condizione di ordine superiore. Ma allora il rapporto degli stati con il loro territorio sarebbe divenuto come quello dei privati con il loro domicilio (c.d. "analogia domestica") e ad avere il diritto di entrare nel territorio di uno stato non sarebbe un altro stato ma un'autorità superiore agli stati, così come lo stato è superiore ai privati.
Perciò finché gli stati sono i signori del loro territorio, se uno stato entra con le proprie forze armate nel territorio di un altro stato senza il suo consenso, tale azione è un'invasione, in modo completamente indipendente dalla esistenza o meno di un presunto diritto alla legittima difesa preventiva. Semplicemente, in presenza di una fonte di legittimità (ad es. un mandato di un organismo internazionale quale l'ONU etc.) si dovrà parlare di "invasione legale"; oppure di "invasione illegale" in sua assenza, come secondo molti giuristi l'*invasione* dell'Iraq nel 2003. La controversia non riguarda la sussistenza dell'invasione, ma solo la sua qualificazione (legale/illegale), finché il requisito della incondizionata sovranità territoriale, specificato da 2., rimane integro.
Un saluto,
Marco