Marco V.
2021-09-07 21:23:13 UTC
La notizia sarebbe che tra i trecento docenti universitari firmatari dell'appello contro il green pass figura anche lo storico Barbero. Ma è più interessante che Barbero sia in disaccordo con il green pass perché *non costituisce* un obbligo vaccinale a tutti gli effetti: <<Un conto è dire: ‘Signori, abbiamo deciso che il vaccino è obbligatorio perché è necessario’. Non avrei nulla da dire su questo [...]. Un altro conto è dire che il vaccino serve davvero, ma si inducono le persone a farlo coi sotterfugi>>.
I promotori dell'appello sono mossi invece dalla ragione opposta: <<Noi siamo contro l’obbligo vaccinale, e contro il green pass proprio in quanto introduce l’obbligo in forma surrettizia>>, sintetizza Paolo Gibilisco, associato alla cattedra di probabilità e statistica matematica di una importante università italiana. E in effetti, quale espressione della motivazione della contrarietà al green pass, la frase "il green pass introduce l'obbligo della vaccinazione in forma surrettizia" ammette una doppia lettura, a seconda se si sia contrari all'obbligo in sé oppure solamente alla forma con cui è introdotto.
Ma c'è anche un'altra notizia: Barbero la pensa come finì col pensarla Kant. Sì, perché il filosofo tedesco si è occupato più volte del dilemma morale provocato dalla pratica dell'inoculazione del vaiolo, introdotta in Europa attorno agli anni '20 del Settecento (gli sciamani cinesi, per i quali l'uomo apparteneva integralmente alla natura, la praticavano da almeno settecento anni). A Königsberg, la città di Kant, le prime inoculazioni coronate da successo erano avvenute attorno al 1757, ma di morti la nuova pratica (approvata da Voltaire) ne stava mietendo parecchi. Nella "Dottrina della virtù" (1797), confluita quale seconda parte ne "La metafisica dei costumi", Kant formula cinque casistiche morali connesse al suicidio. La quinta contiene il dilemma morale [*] sulla inoculazione: se è un dovere proteggere la propria vita, e visto che il vaccino può tanto salvarmi la vita quanto metterla a repentaglio, la vaccinazione è permessa? Il tedesco ci gira attorno in diversi altri scritti, tra cui corrispondenze. Una delle soluzioni di Kant consiste nel tagliare la testa al toro, o se preferite... alla vacca, quella da cui Jenner ottenne nel 1798 il primo vaccino efficace: il governo dovrebbe rendere universalmente obbligatoria la vaccinazione perché in questo modo, essendo obbligatoria per legge, sarebbe anche permessa.
Un saluto,
Marco
[*]
<<Colui che a scopo di vaccinazione si risolve a farsi innestare innestare mette la sua vita in pericolo, quantunque lo faccia per salvarsi la vita, e si trova di fronte alla legge del dovere in un caso molto più imbarazzante del navigatore, che, per lo meno non crea lui la tempesta a cui si espone, mentre il primo si procura egli stesso la malattia che lo mette in pericolo di morte. E' dunque permesso l'innesto del vaiolo?>>
("La metafisica dei costumi", tr. it. G. Vidari, Laterza 2019)
I promotori dell'appello sono mossi invece dalla ragione opposta: <<Noi siamo contro l’obbligo vaccinale, e contro il green pass proprio in quanto introduce l’obbligo in forma surrettizia>>, sintetizza Paolo Gibilisco, associato alla cattedra di probabilità e statistica matematica di una importante università italiana. E in effetti, quale espressione della motivazione della contrarietà al green pass, la frase "il green pass introduce l'obbligo della vaccinazione in forma surrettizia" ammette una doppia lettura, a seconda se si sia contrari all'obbligo in sé oppure solamente alla forma con cui è introdotto.
Ma c'è anche un'altra notizia: Barbero la pensa come finì col pensarla Kant. Sì, perché il filosofo tedesco si è occupato più volte del dilemma morale provocato dalla pratica dell'inoculazione del vaiolo, introdotta in Europa attorno agli anni '20 del Settecento (gli sciamani cinesi, per i quali l'uomo apparteneva integralmente alla natura, la praticavano da almeno settecento anni). A Königsberg, la città di Kant, le prime inoculazioni coronate da successo erano avvenute attorno al 1757, ma di morti la nuova pratica (approvata da Voltaire) ne stava mietendo parecchi. Nella "Dottrina della virtù" (1797), confluita quale seconda parte ne "La metafisica dei costumi", Kant formula cinque casistiche morali connesse al suicidio. La quinta contiene il dilemma morale [*] sulla inoculazione: se è un dovere proteggere la propria vita, e visto che il vaccino può tanto salvarmi la vita quanto metterla a repentaglio, la vaccinazione è permessa? Il tedesco ci gira attorno in diversi altri scritti, tra cui corrispondenze. Una delle soluzioni di Kant consiste nel tagliare la testa al toro, o se preferite... alla vacca, quella da cui Jenner ottenne nel 1798 il primo vaccino efficace: il governo dovrebbe rendere universalmente obbligatoria la vaccinazione perché in questo modo, essendo obbligatoria per legge, sarebbe anche permessa.
Un saluto,
Marco
[*]
<<Colui che a scopo di vaccinazione si risolve a farsi innestare innestare mette la sua vita in pericolo, quantunque lo faccia per salvarsi la vita, e si trova di fronte alla legge del dovere in un caso molto più imbarazzante del navigatore, che, per lo meno non crea lui la tempesta a cui si espone, mentre il primo si procura egli stesso la malattia che lo mette in pericolo di morte. E' dunque permesso l'innesto del vaiolo?>>
("La metafisica dei costumi", tr. it. G. Vidari, Laterza 2019)